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Il motivo per il quale ho iniziato a scrivere questi «appunti» è stato quello di migliorare la mia conoscenza del sistema GNU/Linux, approfondendone i concetti senza rischiare di dimenticare le esperienze fatte. In questo modo volevo anche avere sotto mano una guida a comandi e notizie del sistema GNU/Linux che riflettesse le mie esigenze personali. Da allora qualcosa è cambiato: il mio interesse non è più limitato all'ambito particolare di GNU/Linux e per questo, dal 2000 cambia il titolo dell'opera che all'inizio era Appunti Linux. Gli aggiornamenti di questo lavoro sono meno frequenti rispetto al passato, ma il mio desiderio di continuare a migliorarlo e a estenderlo c'è ancora tutto.
Chi ancora non conosce le ragioni del software libero, ma forse sarebbe meglio parlare di «informatica libera» in generale, farebbe bene a leggere subito il Manifesto GNU (capitolo 320) e Il progetto GNU (capitolo 321), entrambi di Richard Stallman.
I diritti di Appunti Linux e di Appunti di informatica libera non sono in vendita; tuttavia, la licenza che protegge questa opera non impedisce la pubblicazione commerciale. Chi fosse interessato a questo, deve leggere il testo della licenza, che appare integralmente nell'appendice F, tenendo in considerazione il fatto che dall'autore non riceverà l'autorizzazione a cambiare le condizioni, che già appaiono nell'edizione pubblicata su Internet. |
Con il termine «Unix», scritto in questo modo, si intende identificare il complesso di tutti i sistemi operativi che si rifanno al sistema operativo UNIX originale, anche se non sono stati costruiti a partire dagli stessi sorgenti. GNU/Linux, GNU/Hurd, i sistemi *BSD e Minix sono intesi come appartenenti a questa famiglia di sistemi operativi.
Con il termine «X» si intende indicare il sistema grafico X in modo imprecisato, con l'intenzione di non fare riferimento a un marchio particolare.
Con il termine «Dos» si fa riferimento a tutti i sistemi operativi cloni di MS-Dos, compreso l'originale.
Nell'opera si utilizza lo standard IEC 60027-2, come annotato in particolare nella sezione 133.5.4, per rappresentare i moltiplicatori di quantità relative alla misurazione dei dati.
I numeri con base di numerazione diversa da quella comune vengono rappresentati in modo uniforme, attraverso l'indicazione della base stessa, senza usare le notazioni tipiche dell'ambito informatico. Per esempio: 0A16 = 1010 = 128 = 10102.
Ringrazio le persone che con il loro lavoro mi aiutano a diffondere questo documento, sia attraverso Internet, sia per mezzo di pubblicazioni su CD-ROM. Il nome di chi cura la diffusione di Appunti di informatica libera appare nell'elenco che si trova all'inizio del documento.
Desidero ricordare il contributo dei lettori che gentilmente mi hanno segnalato errori di grammatica o di contenuto; tra questi, in particolare Ottavio G. Rizzo e Francesco Poli, data la mole e la precisione del loro contributo.
Infine, voglio citare Antonio Bernardi, che mi ha sempre sostenuto, da quando ho cominciato a interessarmi di informatica.
Quando si scrive un documento a carattere tecnico, come questo, il problema più importante è riuscire a definire uno standard espressivo coerente con il linguaggio usato effettivamente in quel settore. L'informatica, in Italia, è il classico esempio di conoscenza in cui il linguaggio è disperso in una babele di dialetti derivati dalla lingua inglese.
Molte volte si sentono usare e si leggono termini che potrebbero essere espressi tranquillamente in italiano, magari con un po' di coraggio, ma quando qualcuno ha quel coraggio, rischia di trovarsi solo, o di essere deriso per il termine che usa.
In questa situazione, per quanto buone siano le intenzioni di un autore, di essere preciso e coerente nel modo in cui si esprime, non si può garantire che quello scelto sia il modo «giusto» di scrivere. Domani potrebbe consolidarsi un modo diverso. Le lingue sono dinamiche e questo vale tanto più per quella italiana.
In questo documento utilizzo delle convenzioni espressive che per molti sono azzardate o inopportune, anche se io sento che sono quelle «giuste». Il lettore inesperto deve sapere che il modo di scrivere usato qui è diverso da quello di altri libri: solo il tempo definirà il modo corretto di esprimersi su questi argomenti.
Di fronte a problemi di linguaggio ci si rivolge al parere di persone autorevoli. Io non mi considero tale. Credo che il valore delle mie scelte espressive sia determinabile solo dalla comprensibilità di ciò che scrivo.
All'interno dell'opera iniziano ad apparire delle informazioni sulle licenze del software che viene presentato. Ciò ha lo scopo di dare una visione un po' più completa, per consentire una valutazione migliore sull'opportunità o meno di utilizzare quel software per i propri fini. Infatti, negli ultimi tempi, a seguito della fortuna di GNU/Linux e del software che con questo sistema operativo può essere utilizzato, si è creata una confusione eccessiva su cosa sia «libero» e cosa non può essere considerato tale.
L'attenzione alle licenze non serve solo per sapere se ciò che si vuole fare è concesso o meno. Soprattutto quando si vuole contribuire alla produzione di software libero, se ciò che si vuole realizzare dipende da qualcosa che esiste già, è necessario che la sua licenza sia compatibile con quella che si intende usare per il proprio lavoro, oltre che con i fini che si intendono raggiungere.
Le difficoltà maggiori si incontrano di fronte a licenze specifiche non standard, peggio ancora se queste sono formulate in modo ambiguo o contraddittorio.
Le informazioni che appaiono a questo proposito all'interno dell'opera potrebbero risultare imprecise, soprattutto a seguito delle novità che possono sopraggiungere (non è raro che un autore decida di modificare la propria licenza). Chi dovesse accorgersi di problemi di questo genere farà cosa gradita avvisandomi.
Nelle definizioni sintetiche che vengono mostrate a piè di pagina, i criteri scelti per poter ritenere un programma software libero sono più restrittivi delle cinque libertà essenziali elencate nella sezione 1.1. |
In generale non escludo la presenza di contributi all'opera; tuttavia, se si vuole realizzare un documento coerente, non è facile gestire l'organizzazione che sarebbe necessaria in presenza di molti autori.
Se qualche autore desidera collaborare con me, chiedo a lui, o a lei, di non pormi limiti all'utilizzo e alla modifica di quanto scritto, in modo che io possa gestirlo con la massima libertà. Per questa ragione: è necessario che si tratti di documenti originali; inoltre ho bisogno di una dichiarazione esplicita che mi autorizzi a utilizzare con la massima libertà lo scritto, anche con tutte le modifiche e gli smembramenti che io possa ritenere necessari o utili.
Non è mio interesse appropriarmi del lavoro di altri e mi rendo conto che una richiesta del genere possa sembrare eccessiva. Tuttavia, vorrei fosse chiaro che non sto chiedendo alcuna collaborazione; se però mi viene offerta, desidero che questa non crei delle complicazioni al mio lavoro. In tal senso, chi vuole mandarmi il proprio contributo, avrà la cortesia di scrivere il testo seguente, possibilmente senza altre aggiunte:
Senza alcuna riserva, autorizzo Daniele Giacomini, a utilizzare e a modificare il mio documento, dal titolo originario «titolo» come meglio riterrà opportuno, nell'ambito dei suoi progetti di documentazione.
Chi dovesse desiderare di collaborare con me in maniera più consistente, curando la trattazione di argomenti di una certa importanza che non sono in grado di gestire personalmente, deve tenere in considerazione lo stile generale dell'opera. Per questo c'è il capitolo 133 e ci sono le note particolari che appaiono nella parte xxxvi.
Questa edizione di Appunti di informatica libera incorpora un tomo speciale che in pratica contiene l'opera di Gaetano Paolone, LDR: Linux domande e risposte. Si tratta di un contributo consistente, che ha una vita propria e non segue lo stile di Appunti di informatica libera. L'opera di Gaetano Paolone va a colmare una lacuna importante di Appunti di informatica libera, perché il mio interesse è rivolto sempre di più verso problemi generali, anche oltre il caso particolare di GNU/Linux, trascurando il dettaglio delle noie che si incontrano tutti i giorni. Il punto di origine della distribuzione dell'opera di Gaetano Paolone è <http://www.linuxfaq.it/>.
È possibile trovare l'indirizzo di centri che stampano pubblicazioni telematiche libere a richiesta presso <http://www.gnutemberg.org> (oppure anche <http://www.gnutemberg.org>), che è il punto di riferimento dell'iniziativa «GNUtemberg!».
L'autore di questa opera e le persone che collaborano con lui, non ricevono alcun vantaggio economico da queste attività e non hanno alcun rapporto con questi centri; tuttavia, alcuni lettori potrebbero trovare più conveniente l'acquisto di una copia stampata, piuttosto di stampare per conto proprio, o di doverla consultare in forma elettronica.
Onde evitare malintesi, prima di ordinare la stampa, è bene chiarire quale sarà il formato, la rilegatura e quale edizione verrà riprodotta. |
L'autore di questa opera e le persone che collaborano con lui non sono nella condizione di poter dare alcuna garanzia per i centri di stampa, non avendo alcun rapporto con loro. |
Sono molto gradite le segnalazioni su errori, inesattezze e imprecisioni di ogni tipo, contenuti all'interno di questa opera.
Per quanto riguarda le richieste di spiegazioni specifiche, prego di tenere presente che se l'informazione cercata non si trova già all'interno di Appunti di informatica libera, è poco probabile che io sappia rispondere alle domande che mi vengono poste. In ogni caso, se avete un problema, per favore, prima di scrivermi guardate bene l'indice, le FAQ, leggete i capitoli 24 e 25.
Non sono in grado di rispondere a tutte le persone che mi scrivono, pertanto vi prego di essere comprensivi se non riceverete risposta.
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Daniele Giacomini
Via Turati, 15
I-31100 Treviso
daniele @ swlibero.org
Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome introduzione_all_opera_laquo_appunti_di_informatica_libera_r.html
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